25 gennaio

...sulla via della PROVVIDENZA

NEL NOME DEL PADRE

Era il 15 febbraio 1851. Dopo la vestizione dei primi “chierichetti”, Don Bosco dovette pensare alla casa per i suoi ragazzi. Non poteva vivere in un luogo non suo, che dall’oggi al domani poteva essere venduto ad estranei. Una domenica pomeriggio affrontò Francesco Pinardi: «Ho fatto stimare la casa, nel suo stato attuale vale alle 26 alle 28.000 lire: io gliene offro 30.000.» «Pagamento in contati e tutto in una volta. Mi stringa la mano, fra quindici giorni firmiamo lo strumento» Don Bosco strinse la mano, e sentì un po’ di capogiro: 30.000 lire di allora corrispondevano a circa 50 milioni di oggi. Dove trovare tutti quei soldi? Ecco cosa scrive Don Bosco con semplicità: «Cominciò allora un bel tratto della divina Provvidenza. Quella sera stessa Don Cafasso, cosa insolita nei giorni festivi, mi viene a far visita, e mi dice che una pia persona, contessa Casazza-Riccardi, l’aveva incaricato di darmi diecimila lire da spendere in quello che avrei giudicato della maggior gloria di Dio. Il giorno dopo giunge un religioso rosminiano, che mi porta a prestito 20 mila lire». Il prestito era al 4%, e l’abate Rosmini non insistette mai per avere né l’interesse, né il capitale. «Le tre mila lire di spese accessorie furono aggiunte da cav. Cotta, nella cui banca venne stipulato lo strumento». 

DAL VANGELO DI MATTEO (6,25-34)

Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e  neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né  ammassano nei granai; eppure, il Padre vostro celeste li nutre. Noncontate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita?
E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure, io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.

PREGHIAMO

O Dio nostro Padre, concedici di esserti sempre fedeli e di confidare ogni giorno nella tua bontà ponendo ogni nostro lavoro e impegno nelle tue mani.
Per Cristo nostro Signore. Amen

3 AVE MARIA

Don Bosco ti scrive

Contentiamoci di poco, lasciamo il superfluo, ciò che abbiamo di inutile alla nostra salvezza e saremo più ben visti ed aiutati dalla Divina Provvidenza. (MB II, 534)

Credits: Parrocchia Pontificia San Tommaso da Villanova Castel Gandolfo

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