FILIPPO RINALDI, TERZO SUCCESSORE DI DON BOSCO

Attraversare il Cortile di Valdocco prima di arrivare alla Basilica ci introduce nell’atmosfera salesiana, prepara il terreno della nostra anima ad un “ascolto profondo” del luogo. Sulle orme di Don Bosco possiamo intuire i suoi desideri, scoprire  la sua determinazione, la sua capacità di relazionarsi.

Oggi don Enrico ci mostra la statua di Filippo Rinaldi e continua il suo racconto:


“Se a Don Rua Don Bosco prese la mano, a Don Filippo Rinaldi rubò subito il cuore. Quando da bambino lo vide per la prima volta nel suo paesello di Lu Monferrato, disse: “Ma questo è più di un Vescovo”.

Filippo Rinaldi, terzo successore di Don Bosco, ha una storia vocazionale singolare che lo farà diventare un grande suscitatore e accompagnatore di vocazioni. Filippo amava molto ricordare la fede delle famiglie di Lu: “Una fede che faceva dire ai nostri genitori: il Signore ci ha donato dei figli e se Egli li chiama noi non possiamo certo dire di no!” Infatti, quasi nessuno disse no e questo paese divenne famoso in tutto il mondo per le vocazioni.

Nel paese di Mirabello, dove Don Bosco aveva aperto la sua prima opera fuori Torino, Filippo ha la possibilità di incontrarsi con il Santo dei giovani e di confessarsi da lui, vedendolo “rifulgere all’improvviso di luce arcana nel volto”. Questo sguardo e questo fascino lo accompagnano e in certo modo lo perseguitano anche quando, al termine del primo anno di collegio, Filippo torna in famiglia, dove per una decina di anni riprende il lavoro nei campi. Di diventare salesiano non ne vuole proprio più sapere. Chissà cosa era successo!

Don Bosco non lo perde di vista e lo sollecita ad una scelta. A vent’anni, durante un colloquio con Don Bosco, si verifica un’altra volta il fatto che egli aveva già notato a Mirabello:

“Ecco illuminarglisi il volto, poi irradiare dalla persona una luce viva, più viva della luce solare, finché passati alcuni istanti venne ripigliando il suo aspetto normale”.

A questo punto deve cedere. Filippo è ormai sicuro della sua vocazione: “Salutati finalmente i parenti, volgevo le spalle a quel mondo che m’aveva rubato i più bei anni di vita”. Diventa salesiano continuando a restare sotto lo sguardo diretto e personale di Don Bosco, che traccia gli impegni e i traguardi del suo cammino e a cui Filippo manifesta una docilità ed obbedienza senza riserve. Data la maturità della sua formazione, Don Bosco, che aveva intuito le sue virtù e le sue attitudini apostoliche, nel 1883, dopo appena un anno di sacerdozio, lo nomina direttore dei “Figli di Maria”, cioè responsabile di quel vivaio di vocazioni adulte che darà tantissimi frutti alla Chiesa, attraverso la creazione di un ambiente di vera e gioiosa famiglia.

Lo sguardo di Don Bosco lo segue nei 5 anni vissuti in Torino, dove gode il privilegio di andare settimanalmente a confessarsi da lui e riceve prove di confidenza spirituale che pongono i semi di una preziosa maturazione sacerdotale e salesiana. Inviato in Spagna irradia la presenza salesiana in tutta la penisola, grazie anche all’apporto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, aprendo in nove anni ventuno nuove case, cosicché si può dire che Don Rinaldi è stato il “Fondatore” dell’opera salesiana in Spagna. Rientrato a Torino come Prefetto Vicario) Generale della Congregazione dedica ogni mattina nella Basilica di Maria Ausiliatrice oltre due ore al ministero delle confessioni, alla direzione spirituale, al discernimento e all’accompagnamento vocazionale: un’opera feconda e preziosa che continuerà anche quando il 4 aprile 1922 sarà eletto Rettore Maggiore della Società Salesiana.

Il terzo successore di Don Bosco, chiamato ad adattare lo spirito del fondatore ai tempi nuovi, manifesta le sue doti di padre e la sua ricchezza d’iniziative: cura delle vocazioni, formazione di centri di assistenza spirituale e sociale per le giovani operaie, guida e sostegno per le Figlie di Maria Ausiliatrice, promozione dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori, istituzione delle Federazioni mondiali degli Ex-allievi ed Ex-allieve. Lavorando tra le Zelatrici di Maria Ausiliatrice, intuisce e percorre una via che porta ad attuare una nuova forma di vita consacrata nel mondo, che sarebbe in seguito fiorita nell’Istituto secolare delle “Volontarie di Don Bosco”.

L’impulso che egli dà alle missioni salesiane è enorme: fonda istituti missionari, riviste e associazioni, e durante il suo rettorato partono per tutto il mondo oltre milleottocento salesiani. Per i Confratelli e le Figlie di Maria Ausiliatrice è maestro di salesianità: con la testimonianza della vita e l’insegnamento semplice e concreto di pedagogia salesiana dà uno straordinario impulso a tutta la vita delle Congregazioni.

L’incremento da lui dato alle vocazioni è straordinario: da 4000 i salesiani salgono a 8000 e le case da 400 a 650. La Beatificazione di Don Bosco nel 1929 corona la sua esistenza salesiana e gli dà l’occasione di far rivivere nella sua autenticità il carisma del fondatore, apparendo a tutti come “l’immagine vivente di Don Bosco” e, come diceva Don Francesia, salesiano della prima ora: “A Don Rinaldi manca solo la voce di Don Bosco.”

Se Don Rua è ricordato per la fedeltà a Don Bosco, Don Rinaldi divenne famoso per la cura della vita interiore.

Quando d’ora in poi entreremo in Basilica dalla porta vicino alla sacrestia, fermiamoci un attimo. Lasciamoci guardare dal Beato Don Filippo Rinaldi. Chiediamo al Signore, per sua intercessione, il dono di una bella vita interiore!”


Sotto la guida di Don Rinaldi e grazie alle sue doti nasce la nostra Associazione mondiale di ex-allieve ed ex-allievi delle Figlie di Maria Ausiliatrice, un’intuizione profetica che continua ancora oggi.

Preghiamo ed impegniamoci affinché l’ascolto profondo dei nuovi tempi storici ci suggerisca il rinnovamento e la rigenerazione necessari per continuare stare a fianco dei giovani con la pedagogia educativa preventiva del carisma salesiano.

Guarda qui le foto della statua del Don Filippo Rinaldi nel cortile di Valdocco   https://exallievefma-varese.it/gallery-in.php?id=27

 

A cura di Giulia

Foto dal web e pagina fb del cortile di Valdocco

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