La Strenna, come augurio per il nuovo anno, ci riporta alle origini.

Alle radici dell’opera di Don Bosco. Alla sua freschezza e fecondità.

Ripartire da qualcosa di cui conosciamo la capacità generativa è segno di grande intuizione e saggezza. Non si tratta, in modo semplicistico, di tornare al passato, bensì di lasciarsi interpellare dalla forza del carisma che sappiamo capace di sprigionare la novità di cui abbiamo bisogno per  tornare a compiere quelle opere educative così necessarie ed urgenti.

Sì, perché i tempi che viviamo non credo siano così difformi da quelli di Don Bosco. I bambini, i ragazzi e i giovani vivono, per la maggior parte (anche se benestanti), in un contesto privo di valori e continuamente attaccato su ogni fronte da volgarità, sdoganamento della sessualità estrema, violenze verbali e fisiche. Il loro disagio sta crescendo in modo esponenziale, documentato da statistiche che rilevano ogni anno l’abbassarsi dell’età per alcolismo, droga e tanto altro ben noto.

Come adulti abbiamo il dovere di formarci, di educarci, di interpellarci e trovare la forza di volontà per non arrenderci al degrado culturale. Coltivare l’amore e il rispetto per noi stessi, per le nostre scelte di vita, è l’unica via per fare della quotidianità un’opportunità di vita in pienezza.

Di seguito riporto alcuni passaggi che ho scelto dalla Strenna 2020 del Rettor Maggiore e che possono aiutarci a riscoprire il gusto di rimetterci in cammino,

perché l’educazione non è soltanto cosa di cuore ma continua capacità di conversione.

Buona lettura!


Scrive il Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime:

“Credo sinceramente che abbiamo bisogno, nella nostra Famiglia Salesiana, in ciascuno dei nostri gruppi, nelle diverse nazioni in cui ci troviamo, e con le opere più svariate, di rivolgere lo sguardo su quegli aspetti che hanno a che vedere con la formazione del cristiano e del cittadino.”

“Dobbiamo rendere sempre più esplicito il messaggio che la nostra missione è Evangelizzatrice e Catechizzante. Senza questo, non siamo Famiglia Salesiana. Possiamo essere ‘fornitori di servizi sociali’, ma non apostoli di bambini, bambine, adolescenti e giovani.”

Noi, da che parte stiamo?

“Allo stesso tempo è più che evidente che nella nostra missione di educatori non possiamo ‘vivere in un limbo’, senza che nulla abbia a che vedere con la vita, la giustizia, l’uguaglianza di opportunità, la difesa dei più deboli, la promozione di una vita civile ed onesta. Questa dimensione è oggi più urgente che mai, dal momento che le società in cui viviamo non credono molto in questi valori. Noi, quando educhiamo, da che parte stiamo? Proprio in forza di questa domanda è così attuale e necessaria la riflessione della Strenna di quest’anno.”

Un binomio educativo vincente…ma noi siamo “buoni cristiani e onesti cittadini”?

“Il binomio educativo di Don Bosco, quello stesso binomio che lo orientava nell’Italia dell’Ottocento, si può ritenere ancora valido in un “mondo salesiano” in cui la Famiglia di Don Bosco può trovare casa in paesi con diverse religioni o con una maggioranza non-cristiana, o in società post-cristiane, o addirittura in nazioni ufficialmente laiche o antireligiose.

Don Bosco ha seguito sempre questo cammino o proposta educativa, formulato con queste stesse parole o parafrasato, cambiandone le sfumature in base ai suoi interlocutori. Ma il tema della relazione tra educazione dei giovani e il bene della società, insieme a quello della salvezza eterna, può essere considerato una costante.

Don Bosco non è un teorico. È un uomo di azione. È, però, uomo di azione che «riflette» sul senso delle sue iniziative pastorali. Perciò, mentre non sorprende che il lessico utilizzato e i concetti espressi risultino semplici e ripetitivi, emerge chiaro che il suo operato si muove lungo linee d’azione ben precise e chiara consapevolezza «teorica», sia a livello di conoscenza delle situazioni e dei problemi sia per quanto riguarda le soluzioni operative messe in pratica. I due aspetti risaltano con particolare evidenza in una delle sue espressioni più care e ripetute: «buon cristiano e onesto cittadino».

L’ascolto è imprescindibile nelle relazioni.

“In tanti modi stiamo cercando di riscoprire la capacità di ascolto, arte fondamentale anche per l’accompagnamento personale. Imparare ad ascoltare è stato uno stimolo forte che il Sinodo sui Giovani ha offerto a tutta la Chiesa.

E c’è un ascolto che ha radici ancora più profonde, e da esso dipende gran parte della vitalità dell’ascolto tra di noi. L’ascolto ha radici che si protendono verso l’alto. È l’ABC di ogni vocazione, che è sempre un incontro di chiamata e risposta, che si rinnova ad ogni nuovo risveglio.

L’ascolto di Dio è un mistero che non si può contenere in qualche pratica o momento particolare. Si realizza “per opera dello Spirito Santo” e di solito non avviene per salti improvvisi, ma per la progressiva maturazione che si compie attraverso lunghi pellegrinaggi, come i tanti di cui ci parla la Scrittura e che si contemplano nelle vite dei nostri santi.”

Disporci al silenzio per imparare ad ascoltare.

“C’è una predisposizione all’ascolto di Dio, tanto più preziosa quanto più difficile nella maggior parte dei contesti sociali in cui viviamo, segnati da un eccesso costante di stimoli mediatici e da ritmi sempre più intensi di attività. La predisposizione preziosa è quella di ‘disporci al silenzio’.

Il silenzio è la grammatica attraverso la quale si esprime il linguaggio tra Dio e l’uomo.

C’è una parola che da sempre si distingue tra tutte le altre, la parola attraverso cui Lui ci parla: la Sacra Scrittura. Essa non si impone, dipende sempre dal nostro ascolto, dalla sintonia del cuore e dalla sua familiarità con il silenzio con Dio. Ascoltando questa Parola affetti e pensieri iniziano a modellarsi su quanto il Vangelo ogni giorno rivela. L’ascolto di Dio nelle persone che ci circondano e negli eventi che ci accadono si fa più attento, vediamo più in profondità.”

L’arte di vivere è un quotidiano esercizio.

Su questo sentiero cresce la coerenza tra quello che si ascolta e si annuncia e quello che si vive. E l’ascolto di Dio che ci parla richiede quotidiano esercizio, come fa un artista o un atleta nella specialità in cui eccelle.


Per chi volesse leggere l’intero contenuto della Strenna 2020 può collegarsi al seguente link

https://www.sdb.org/it/Rettor_Maggiore/Strenna/Strenna_2020/Strenna_2020__Commento

Ricordo che il giorno 31 gennaio 2020 alle ore 18,30 presso la Casa Maria Ausiliatrice di Casbeno Varese ci sarà un breve momento di Famiglia Salesiana in onore di Don Bosco e verrà anche presentata la Strenna. Ciascuno si senta invitato e accolto.


a cura di Giulia

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