Era il 27 agosto il giorno in cui Carla, presidente dell’Unione di Jerago, preparava l’invito per il gruppo delle Exallieve e per la comunità.

Era il giorno in cui si ricorda Santa Monica, patrona delle spose e delle madri, una mite ma risoluta figura femminile alla quale ci possiamo ispirare per la nostra vita concreta. Mi piace Santa Monica, un esempio per ognuna di noi, per quella sua sapienza che seppe instillare nel cuore dei figli, per la sua capacità di leggere e meditare la Sacra Scrittura, per la preghiera incessante e solitaria, per la capacità di trasmettere la fede cristiana.

L’invito era per incontrarci tra exallieve e consiglio di Federazione, un desiderio di comunione in una giornata molto particolare per tutta la parrocchia di Jerago. Infatti, ogni anno, la terza domenica di settembre, si celebra la Festa del Malato. Così abbiamo colto questa occasione per ritovarci il 15 settembre 2019, salutarci, conoscerci e fare festa insieme anche ad alcune Figlie di Maria Ausiliatrice legate alla Comunità di Jerago.

In particolare abbiamo avuto tra noi sr. Paola Rudello che quest’anno ha festeggiato il suo 50° di professione religiosa, sr. Petronilla Colombo, delegata della Federazione di Varese, e sr. Giusy Riotti.

La Santa Messa nella parrocchiale di San Giorgio alle ore 16 è stata intensa, coinvolgente, partecipata. “Beati gli ultimi, perché saranno i primi” ha iniziato così Don Remo, per suscitare in noi la speranza, per alleviare le sofferenze di chi è ammalato, per aiutarci a pregustare la gioia del Paradiso dove ognuno sarà visto nella sua intera e interiore bellezza. E poi il sacramento dell’Unzione degli Infermi, la  benedizione con il Santissimo Sacramento tra le panche. E la gentilezza a fiumi, la delicatezza dei gesti, i sorrisi, la cura amorevole di chi accompagnava anziani e ammalati, tutto traspariva, tutto era palpabile nell’aria. Gli abbracci gioiosi con le suore, che dicono di tratti del cammino vissuti insieme e di  attimi ancora presenti nel cuore, incontri fecondi, generativi.

E poi l’apericena aperto a tutti, perché le Exallieve sono così: presenti in mezzo alla comunità, con lo spirito dell’umile servizio che le contraddistingue. Più che apericena un vero e proprio buffet, dal salatino al caffè passando per i dolci. Quell’abbondanza discreta, significativa della gioia di accoglierci e del desiderio che ciascuno potesse tornare a casa sazio, anche nel corpo oltre che nello spirito.

Un pomeriggio insieme, di preghiera e allegria, di scambio reciproco e affettuoso, è stato un momento che ha riscaldato il cuore e aperto alle relazioni buone, sempre fonte di novità nella nostra vita. Non sono mancate le confidenze di chi ha qualche anno sulle spalle e qualche dolore, ancora da superare e trasformare, ma che può diventare più leggero perché condiviso con una stretta di mano, un sorriso, un abbraccio.  Ci siamo lasciate con il desiderio di rivederci e ritrovarci di nuovo per un pranzo insieme, con più tempo a disposizione per raccontarci.

Con sr. Petronilla, Luigina e Sr. Giusy siamo rientrate alla Casa Maria Ausiliatrice di Varese portando nel cuore l’eco delle voci, degli sguardi intensi e luccicanti e abbiamo ricordato la verità della frase di Maìn

“Solo la carità (l’amore di Dio) è un vincolo così forte da tenere uniti tutti i cuori”.


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g.m.

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